Antonio Tambosi

Egli nacque a Trento nel 1853 da Giovanni Battista e Leopoldina Tambosi. Con il padre e il fratello Luigi fu stimato imprenditore nell’azienda di famiglia (allora leader nel settore della filatura della seta), della quale fu collaboratore fin dal 1873.

Ispirandosi alle idee liberali e progressiste di Oss-Mazzurana, entrò nella vita pubblica, per divenire consigliere comunale (1894) e podestà di Trento (tre volte, nel 1895, 1899 e 1911), nonché deputato alla Dieta di Innsbruck (1901). In quegli anni fu promotore di importanti opere pubbliche e sostenne progetti di modernizzazione del Trentino.

Grande fu il suo impegno a favore di una più ampia scolarizzazione dei ceti popolari, anche

nelle zone rurali, attraverso l’attivazione di corsi di formazione professionale. Quale membro e dirigente di prestigiose associazioni culturali (Società Alpinisti Trentini), economiche (Camera di Commercio di Rovereto) e patriottiche (Pro Patria e Lega Nazionale) fu tenace sostenitore delle aspirazioni irredentiste. Lo ricordiamo anche tra i promotori del monumento a Dante Alighieri, inaugurato a Trento l’11 ottobre 1896.

Nel 1915, allo scoppio della I Guerra Mondiale, per i suoi ideali politici venne perseguitato dalle autorità austro-ungariche e fu costretto esule a Salisburgo. Nell’aprile del 1916 venne arrestato e chiuso in carcere. Tradotto a Trento, nel Castello del Buonconsiglio, fu processato con l’accusa di alto tradimento e condannato a sette anni di carcere duro, commutato nel luglio 1917 in soggiorno coatto a Salisburgo.

Al termine della guerra, nel novembre del 1918, ritornò a Trento, dove si impegnò ancora nell’amministrazione pubblica e in attività benefiche. Nel 1919, chiamato dal Governo Orlando, partecipò ai lavori per la Conferenza di Pace di Parigi, quale consulente per gli affari relativi alla nostra regione.

Il 30 settembre del 1920 venne nominato dal Re d’Italia senatore, ma solo pochi mesi dopo, nel febbraio del 1921, si spense a Trento, dove gli si tributarono solenni funerali pubblici.

Nel 1936 gli venne intestato il “Regio Istituto Tecnico Commerciale”, quale riconoscimento per l’opera svolta nel Curatorio (dal 1888) e poi nel primo Consiglio di Amministrazione della scuola (1919).

Tra gli scritti di Antonio Tambosi ricordiamo i saggi di economia (“Le piccole industrie in montagna”, del 1884, e “La filatura della seta in Austria dopo il 1850”, del 1909), le guide alpine (“Di rifugio in rifugio” del 1886/87), gli scritti su temi politici e sociali (le relazioni e i programmi politici elaborati quando era podestà e deputato; gli studi sul fenomeno dell’emigrazione trentina di massa).